Domenica mattina
E' giorno già da un po', tra poco me ne andrò
a prendere i tuoi dolci caldi e un po' di cielo azzurro.
E sembra bello fuori, ritornano le rondini,
qualcuno vende tulipani a un angolo di strada.
E ora più che mai, dentro agli occhi tuoi
vedo un cielo che si veste a nuovo
per uscire di domenica mattina.
Ed ora più che mai, sorridi e già lo sai
che oggi non si torna indietro mai.
Oggi come stai? Dici che oramai
torni indietro solo per seguire i giorni miei.
Oggi come sto? Lancio briciole di pane ai pesci
e non ho più bisogno di sentirmi in alto mare.
E ora più che mai, dentro agli occhi tuoi
vedo un cielo che si veste a nuovo
per uscire di domenica mattina.
Ed ora più che mai, sorridi e già lo sai
che oggi non si torna indietro mai.
E ora più che mai, dentro agli occhi tuoi,
io trovo gli occhi miei, sorpresi in meraviglie che non sai
domenica mattina, rimani ancora ad osservare il giorno,
dietro le tende, piano, scivolare via.
Quello che resta del giorno
Quel che resta del giorno, quando anche i tuoi occhi
non si accendono più e sembrano già di un altro colore.
Quel che resta del giorno, quando le prime luci
si accendono in cielo per far compagnia ai lampioni giù in strada.
E penso che dormirò fino a quando verrà una buona occasione,
o forse io me ne andrò a raccogliere in viso l'ultimo raggio di sole.
Quel che resta del giorno, tra i piatti da lavare
i libri aperti in soggiorno, il vecchio Nino in TV
e qualcos'altro che non so dire.
Quel che resta del giorno, profumo d'estate
mentre sorridi e ti perdi nell'aria di questa stanza così piena di te.
E ti ricordo felice in una spiaggia di neve a far volare aquiloni
o nelle sere d'inverno a inventare parole per le nostre canzoni.
E le ombre si allungano, le nuvole corrono e si sveste la luna.
E' quel che resta del giorno: lo sento sotto la pelle
quel che resta del giorno, quel che resta del giorno,
quel che resta del giorno.
Rosa dei venti
Vedo insegne colorate e stelle d'altra luce
a nord del nostro amore, a sud del tuo dolore.
Se troverò la strada per il mare,
lascerò il mio lavoro da droghiere.
Coltiverò la rosa dei venti
per non perdermi su strade di campagna,
coltiverò la rosa dei venti
per non smarrire la via di casa tua.
Mi sono perso in un locale alla moda
cercando un posto in paradiso,
ad ovest del mio sogno, ad est del suo gemello.
Conterò i petali della rosa dei venti
m'ama non m'ama fino all'ultimo respiro.
Coltiverò la rosa dei venti
per non perdermi su strade di campagna,
coltiverò la rosa dei venti
per non smarrire la via di casa tua.
Coltiverò la rosa dei venti
per non perdermi su strade di campagna,
coltiverò la rosa dei venti
per non smarrire la via di casa tua.
Non è tardi
Provo dolcemente a convincerti,
sembra più prudente non comprendermi.
Resta il vuoto del bicchiere quando te ne vai,
un ricamo sulla pelle, un filo di perle.
Preparo un po' di caffé, ti accendi un'altra sigaretta
scende la notte senza fretta, e lo sai...
Non è tardi se mi prendi come non hai fatto mai,
non è tardi se ti sciogli come non hai fatto mai.
Sono senza fiato qui vicino a te,
mentre dormi nel mio letto, ma non sembri tu.
Siamo stati anche bene qualche tempo fa,
siamo stati anche veri, ma in un'altra città.
In questo albergo sulla strada,
in questa stanza senza noi,
apri gli occhi lentamente, e lo sai...
Non è tardi se mi prendi come non hai fatto mai,
non è tardi se ti sciogli come non hai fatto mai.
Non è tardi se mi prendi come non hai fatto mai,
non è tardi se ti sciogli come non hai fatto mai.
Liberami da me
Lasciami entrare nei tuoi silenzi
lascia che ti parli sulla bocca
dirò solo quello che vorresti sentire da me…
Prendi quello che ti piace di me
liberami da me…
Prendi quello che ti piace di me
liberami da me…
Lasciami entrare nei tuoi respiri
lascia che ti baci sulla bocca
lascia sbocciare i fiori fra le mani…
Prendi quello che ti piace di me
liberami da me…
Prendi quello che ti piace di me
e liberati di me…
lasciami entrare nel tuo deserto
lascia che disseti la tua bocca
di baci che diventano vino, e di me…
Prendi quello che ti piace di me
e liberami da me…
Prendi quello che ti piace di me
e liberami da me…
che Giuda tradì per troppo amore,
della terra, del pane e del dolore,
per un vuoto di carezze, un inverno troppo freddo nel cuore…
Prendi quello che ti piace di me
liberami da me…
Prendi quello che ti piace di me
e liberati di me…
Il mendicante di Livorno
La panchina, sempre la stessa, lei che aspetta.
Anche la notte si dimenticherà di Parigi e lui, di se.
La brina s'adagia tiepida sul capo di Jeanne, lei, appesa ad una stella...
Come gocce di pioggia, come gocce di pioggia…
L'incedere bruno dei passi di lui, barcolla ubriaco all'uscita dal caffé,
le mani immerse nell'abisso delle tasche si fanno zingari e case.
I passi di lui, sospesi tra la polvere che si fa cielo...
Come gocce di pioggia, sospese...
La notte sospesa nei giardini, negli amici:
Utrillo che già in fasce beveva vino, di quello materno e cattivo,
e Soutine che dipingeva carni viziate d'infinito.
La follia colora il loro viso, Jeanne inganna il tempo...
Fra le gocce di pioggia, sospese nell'aria…
L'ubriaco ritorna, Jeanne quasi si risveglia dall'abbraccio della notte
lo sfiora, lo ride, lo copre con una coperta di stelle.
Quella panchina non segna scia, lieve su di un mare in tempesta...
Come gocce di pioggia, sospese nell'aria immobili, immobili…
Tora Tora Tora
Questi giorni sono giorni che non penso proprio a niente
annichilito, affranto, intossicato da circostanze autoreggenti.
E tutto quel che gira intorno io lo guardo con occhi strani,
vagamente disumani, vagamente disumani...
L'aria che respiro si fa polvere e ricordi
io fatico a stare in piedi, io fatico a stare...
Queste notti sono notti, che io dormo senza sogni
e mi sveglio un poco strano, vagamente disumano.
Tra moti accelerati e pH assai elevati
e giorni tutti uguali, che segnano le mani…
L'aria che respiro si fa nuvole e rimpianti
io fatico a stare in piedi, io fatico a stare...
io guardo la mio ombra e non la trovo che distante
io guardo la mia ombra e trovo che non mi somiglia per niente
L'aria che respiro ha il sapore del nostro giorno al mare,
del sole nei tuoi occhi neri, quel sole sul tuo cuore.
Gli uccelli battono le ali, rimangono sospesi,
poi si lasciano cadere, si lasciano cadere…
Nel fondo di te
Come sempre rimane sospeso, e ti sembra che parli di me
e speravi restasse un segreto, chiuso a chiave nel fondo di te.
Ed ancora mi trovo sorpreso, a donarti il meglio di me
e volevi sembrasse un regalo, questo cuore nel fondo di te…
…che sorridi e rimani a guardare
fuori il vento ed il freddo che fa,
e sbadigli e ti lasci sognare
chiusa a chiave nel fondo di te.
Questa sera ho pagato da bere, e ho brindato nel buio di un bar
agli amici che restano svegli, e alla notte nel fondo di te…
…che ti svegli e si sveglia il mattino
e ti specchi in un cerchio di latte.
Poi ti vesti e ti lasci guardare,
un nuovo giorno nel fondo di te
E' nel fondo di te che mi perdo,
e nel fondo di questo bicchiere…
ma sbadigli e ti lasci sognare,
chiusa a chiave nel fondo di te…
La Neve dell'Ammiraglio
Le onde schiumano il vento soffia un brivido un lamento
chiudi le finestre respira piano rosso il cielo
sembra fermo il cuore spento il rosso si fa blu oltremare
e noi restiamo sdraiati in terra il freddo nelle ossa
niente fotografie non sono giorni buoni sono giorni di stanchezze
tenerezza il tempo andato
le tue mani il mio cappello, le tue labbra
Geronimo, Soffietto e la Regina nella stanza
Se le stelle tramontano nel mare,
balleremo stanotte, fra lampioni e lampare
se le stelle tramontano nel mare,
ci incontreremo ancora, dove inizia l'estate
che da blu oltremare si fa bianca e mi alzo per aprire
la finestra il dolore deve uscire dalle pieghe
delle mani respirare respirare respirare
le mie mani ancora sulla testa un buio artificiale un vecchio
foglio di giornale e c'era Tommy che rideva
poi più niente poi più niente poi più niente
il mattino sulla riva
tra le barche camminavo
piano raccogliere e osservare, allora il bianco era la neve
Se le stelle tramontano nel mare,
balleremo stanotte, fra lampioni e lampare
se le stelle tramontano nel mare,
ci incontreremo ancora, dove inizia l'estate
e in controluce ti vedo e non so più il colore
delle lacrime delle borse sotto gli occhi, le valigie…
Se le stelle tramontano nel mare,
balleremo stanotte, fra lampioni e lampare
se le stelle tramontano nel mare,
ci incontreremo ancora, dove inizia l'estate
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Canzone per Sara
Lei ha tremato fra le mie mani,
un pomeriggio di sole e di freddo sottile.
Ho sentito un rumore lontano, il rombo di un tuono, o un aereo che passa,
un treno che fischia più forte nel mio piccolo paese dimenticato…
Sbattono le porte, precipita il rossetto,
tremano le luci, cadono i miei libri
si è rotto il mio respiro, è gelato il mio corpo,
si sono spente le stelle.
E proprio mentre ero pronta per iniziare a sognare,
l'ho sentita tremare fra le mie mani.
Le ho parlato sottovoce, le ho parlato dell'estate, l'ho stretta forte al petto,
per farle sentire il respiro del mio piccolo cuore ferito…
Cade anche la neve, ed io dormo per terra,
davanti a un albero di plastica l'aspetto col mio cane.
Ma ho imparato a giocare a carte,
e a contare i piatti in tavola.
Il mio piccolo paese ferito sanguina dai comignoli.
I vetri rotti alle finestre, le porte rimaste aperte,
e il silenzio delle stanze vuote si mischia con il cielo.
La notte è un fuoco che brucia per strada…
Anch'io sono ferita, dov'è il sangue sul mio corpo?
E per quanto mi sforzi non riesco a trovare dove mettere un cerotto.
Vieni a prendermi e portami lontano,
portami con te fino all'oceano…
L'altalena sospesa sul ramo di un albero
le foglie d'autunno tremavano nel vento.
Oggi splende il sole sulle colline…
Zucchero
I tuoi occhi persi nel vuoto
i tuoi occhi che guardano il mare
i tuoi occhi due occhi soli
i tuoi occhi sorpresi a sognare
Ritornano a casa le puttane stanche
ritornano a casa i bambini da scuola
ritornano a casa i soldati, magari
per ognuno che parte, c'è qualcuno che aspetta la sera
E su quel treno ti imbarchi al mattino
e su quel treno fai ritorno alla sera
lungo un giorno di speranza e il sudore
verso il giorno che vedrà un nuovo sole, e intanto…
Cade la neve dentro una boccia di vetro
e Giorgia prende uno zucchero nel caffé
cade la neve sotto un cielo di vetro
e Giorgia prende uno zucchero nel caffè
e mentre ti guardo riesco a credere nel paradiso
e credo nelle tue mani, e nella forza di ogni tuo respiro
e mentre ti guardo io m'immagino il paradiso
e credo nelle mie mani, e nella forza di ogni mio respiro
Cade la neve proprio oggi che è Natale
e Giorgia prende uno zucchero nel caffé
Dalla parte del cuore
Da questa parte del mondo il cielo
sembra cadere sulle spalle di un uomo
che non ha di meglio da fare,
che rinchiudersi a bere in un bar sulla strada,
in un bar sulla strada.
Dall'altra parte del mondo alla sera
lei spegne le luci di un bar sulla strada.
E si mischia alla notte, e si mischia alla notte.
Da questa parte del cuore c'è una camera vuota,
con un letto disfatto e il vapore sui vetri,
e le parole "ti amo".
Da questa parte del cuore c'è una camera vuota,
con un letto disfatto e il vapore sui vetri,
e le parole "ti amo".
Dalla sua parte del letto lui la cerca col piede
e scivola sulle lenzuola e si sveglia sudato,
e si sveglia sudato.
Dall'altra parte del mondo lei si ferma a guardare
il filo dell'orizzonte, e lontano lontano un aereo che passa,
un aereo che passa.
E c'è qualcosa che sente, le sembra di ricordare.
Poi un camion solleva la polvere e la fa starnutire.
E c'è qualcosa che sente, le sembra di ricordare.
Poi un camion solleva la polvere e la fa starnutire.
Canzone
Ti vorrei conoscere per caso in libreria,
e con una scusa: "Consigliami un bel libro".
E tu mi diresti: "Prendi questo, è il mio preferito!"
e poi tra i sorrisi: "Senti scusa, ma qui c'è mio marito".
Ti vorrei incontrare nella metro di Milano,
davanti alle modelle io ti chiederei la mano.
E poi ad una manifestazione, con un cartello al collo,
chiederti: "Che ore sono?", "Dai, ti aspetto alla stazione!".
Io vorrei farmi rapire come quella volta al mare,
che le onde maledette mi spingevano.
Vorrei poi capire quanto tempo resti chiusa in bagno,
e vorrei entrare tutto nudo e dirti: "Sono nudo!".
E poi vorrei incontrarti sotto casa quando piove,
appena il tuo ragazzo ti ha lasciato senza parole.
E fare due risate insieme, e dirti: "Prendi le matite",
lasciamogli un biglietto sul cruscotto: "Ci andiamo a divertire!".
Potremmo leggerci la pelle e scrivere preghiere,
scegliere la spiaggia dove andare con i cani.
E poi alla fine un piccolo favore: "Sblocca l'ascensore",
c'è il tuo uomo fuori e tu mi dici "lasciamolo aspettare".
Io vorrei che tu sapessi che questa canzone,
è per te, anche se non c'è su il tuo nome.
Io vorrei che tu sapessi che questa mia canzone,
è per te anche se non c'è su il tuo nome…
Domani
Magari domani il vento si farà leggero
e poche nuvole passeranno a salutare,
magari domani il vento si farà leggero
e giocherai con una nuvola per tutto il giorno.
Magari domani avrai altro a cui pensare
e ti sembrerà normale…
I limoni, le campane, il traffico, l'estate…
e avrei voglia di dirti che quel che manca se tu…
I limoni, le campane, il traffico, l'estate…
e avrei voglia di dirti che forse non sei più tu…
Magari domani terrai in tasca le parole
e due fari sull'asfalto consumano la notte.
Magari domani ridi-pingerai il tuo armadio,
e dalla finestra aperta uscirà il colore.
Magari domani avrai altro da mangiare
e ti sembrerà speciale.
I limoni, le campane, il traffico, l'estate…
e avrei voglia di dirti che quel che manca se tu…
I limoni, le campane, il traffico, l'estate…
e avrei voglia di dirti che forse non sei più tu…
Augusta
Sfidi il vento che taglia il viso in cima a via Cavour,
e poi passi sotto gli occhi dei grifoni.
Il respiro del corso ti chiama, e si gonfia intorno alla fontana.
Dal campetto saliva un boato,
la squadra dei record che non perdeva mai.
Ed era bello sentir ripetere quel nome,
di Domenica in Domenica alla televisione…
Augusta che accogli il mondo intero sulla lingua.
Hai una calamita dentro, e la rabbia sulle rotaie,
si allontana dal centro.
Le Belle Arti sono le sorelle che si truccano,
e fanno colazione all'antica latteria.
Poi escono la sera e bevono la vita,
le ritrovi al bar dell'angolo dopo la salita.
Augusta d'estate ascolta il jazz e "non sa cos'è".
C'è un fiume di persone, vecchi compagni di scuola
e birra sul bancone.
C'è un negozio di scarpe dove darci appuntamento,
dolci da ammirare, e librerie con gli animali.
Sopra il prato della chiesa, o sulle scale del comune,
gli accenti che si mischiano con mille sfumature.
Ci osservi mentre passiamo davanti al gioco del pallone,
le scale che si muovono tra le pietre antiche.
Siamo curiosi, forse stanchi ma pieni di fiducia,
entriamo con una donna nel cuore di Perugia…
Augusta che guardi le luci sulla pianura,
stringi questi figli che non ballano stasera.
Lascia che sia per caso, magari solo per errore,
regalagli una goccia di splendore…
Cesare
A novembre gli studenti gridavano più forte,
nei locali le cubiste parlavano sottovoce,
mentre l'America giocava a bianco e nero,
alla festa del partito c'è chi balla e punta il dito…
E Cesare sognava l'impero,
Cesare creava l'impero.
Ho visto gente in fila che vendeva del denaro,
Non c'era differenza tra New York e Tehran.
Vivere ogni giorno sul gambo di una rosa,
scivolare in autostrada con l'aiuto di papà…
E Cesare espandeva l'impero
Cesare ammirava il suo impero.
A novembre l'aria rinfrescava le idee,
e Corrado raccontava le vacanze di Gesù.
Noi cantavamo Rino a raschiare le vocali,
e sentivamo vuoto il contenuto dei giornali…
E Cesare brindava all'impero,
Cesare bruciava l'impero.
Chissà perché la guerra è nei deserti e negli stadi?
Perché soltanto i cani hanno gli occhi da bambino?
Perchè per antipasto mangi a cena il tuo vicino?
E perchè la donna mia alla fine sta con me?
E Cesare non aveva più l'impero,
Cesare era morto per l'impero.
A novembre l'aria rinfrescava le idee,
e Corrado raccontava le vacanze di Gesù.
Noi cantavamo Rino a raschiare le vocali,
E sentivamo vuoto il contenuto dei giornali…
E Cesare brindava all'impero,
Cesare bruciava l'impero.
E Cesare non aveva più l'impero,
Cesare era morto per l'impero.
Avro' cura di te
Avrò cura di te, come di un pezzo di pane
Avrò cura di te, come si veste un bambino
Avrò cura di te, come di un silenzio
Avrò cura di te, come di una preghiera
Perchè la notte è fuori, perché la notte è dentro…
perché la notte è fredda in un questo pezzo di cielo…
Avrò cura di te, e non restare sulla porta
Avrò cura di te, dammi le tue mani stanche
Avrò cura di te, come di un fuoco che non muore
Avrò cura di te, come di una promessa
Perché la notte scende, e questa notte è sola,
come una rosa nella terra tra il cemento
che separa le corsie di un'autostrada.
Mentre guidi e non sai dove, verso una finestra accesa
e nella notte che è dentro di te,
e nella notte che è fuori di te…
avrò cura di te, e starò sveglio per guardarti addormentare e contare "i tuoi capelli sparsi sul cuscino"…
in questa notte, che è solo un brivido, un sentiero, un inganno,
un desiderio, avrò cura di te…
La casa sulla collina
La casa sulla collina, sopra il campo dei girasoli
dove è nata la meraviglia e c'è una stanza per ogni giorno…
La casa sulla collina, sopra il campo dei girasoli
dove è nata la meraviglia e c'è una stanza per ogni giorno insieme…
Da una porta sulla campagna, entra il riflesso del primo sole
a illuminare una stanza spoglia, il pavimento fatto di terra.
E' la stanza dei tuoi occhi dove t'incontro tutte le mattine,
c'è sempre luce di primavera, ed ogni volta è la prima volta.
La casa sulla collina, sopra il campo dei girasoli
dove fioriscono le viole e c'è una stanza per ogni giorno…
La casa sulla collina, sopra il campo dei girasoli
dove crescono le viole e c'è una stanza per ogni giorno insieme…
Dentro la stanza delle tue mani, c'è argilla fresca da lavorare,
per dare forma ai nostri giorni e costruire tutti i ricordi.
E se ti affacci alla finestra puoi vederti crescere e cambiare
dondolare sull'altalena, angelo bianco sull'altare…
La casa sulla collina, sopra il campo dei girasoli
dove la notte è una magia e c'è una stanza per ogni giorno…
La casa sulla collina, sopra il campo dei girasoli
dove la notte è una magia e c'è una stanza per ogni giorno insieme…
Nella stanza dei desideri ci siamo persi senza paura,
naufragati nelle correnti, e poi caduti addormentati.
Al risveglio un letto di rose, sorpresi in un abbraccio,
avere tutto dentro il cuore, nient'altro da desiderare…
La casa sulla collina, sopra il campo dei girasoli
colorata dalle stagioni e c'è una stanza per ogni giorno…
La casa sulla collina, sopra il campo dei girasoli
colorata delle stagioni e c'è una stanza per ogni giorno insieme…
Dentro le stanze dei nostri sogni, il tempo è un giocattolo di latta,
siamo in viaggio per il mondo, ai quattro angoli del mondo.
E le foto alle pareti, davanti a sfondi sempre diversi,
ci stringono abbracciati, ci ricordano felici…
La casa sulla collina, sopra il campo dei girasoli
dove abita il nostro amore e c'è una stanza per ogni giorno…
La casa sulla collina, sopra il campo dei girasoli
dove abita il nostro amore e c'è una stanza per ogni giorno insieme…
C'è una stanza appena sotto il cielo, dove non siamo ancora entrati,
lì ti aspetto tutte le sere, ascolto il silenzio per i tuoi passi.
C'è qualcosa che ci attende, dietro la porta del dolore,
una finestra sulle colline dove puoi vedere il mare…
A Neve
Lontano, guarda lontano
lontano, guarda lontano
ma lei seguì il mio sguardo invano
il mio sguardo vano…
odiandosi in modo un po' strano
straziando il suo volto sereno.
In un ricordo fastidioso sono scivolato
perdendo i mie resti nel passato
ma in tasca ho un ricordo, una sola scheggia
raccolta chissà dove sulla sabbia, sulla sabbia...
Sorellina, prendi la mia mano
vivi la felicità, tienila vicino
e brucia le mie malinconiche poesie
cercati, trovati, guardati e abbracciati forte, forte, forte
danza tra i tuo girasoli e abbracciati forte, forte, forte
non sputarti più via…
non sputarti più via…
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